Nel corso del 20° Congresso dell’European Committee for Treatment and Research In Multiple Sclerosis ( ECTRIMS ), svoltosi a Vienna, sono stati presentati i dati a 4 anni dello studio PRISMS, in cui i pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente trattati prima con placebo ed, in seguito, con Interferone beta-1a ( Rebif ) hanno manifestato notevoli benefici clinici, con una riduzione relativa del 54% della frequenza di recidive.
I dati hanno evidenziato anche un miglioramento significativo dei risultati della risonanza magnetica nucleare ( RMN ) osservati nei pazienti trattati con Interferone beta-1a 44 mcg.
Si è riscontrata una riduzione relativa altamente significativa, pari al 67%, del numero medio di lesioni cerebrali. Inoltre, nel 76% dei pazienti trattati con Interferone beta-1a 44 mcg non si è riscontrata la progressione della malattia.
Questo dato si basa su un’analisi prospettica della progressione dei pazienti che sono stati trattati per due anni con placebo, seguiti da due anni di terapia con Interferone beta-1a nell’ambito dello studio PRISMS.
I quattro anni dello studio PRISMS hanno dimostrato miglioramenti significativi delle tre misure chiave di valutazione dell’efficacia nella sclerosi multipla: riduzione dell’area e dell’attività delle lesioni alla RMN, riduzione della frequenza di recidive e rallentamento della progressione della disabilità.
Rebif è l’unico farmaco disease-modifying che abbia dimostrato efficacia in tutte e tre le misure.
Gli eventi avversi riportati con maggior frequenza sono stati i sintomi simil-influenzali e le reazioni nella sede di iniezione, per lo più lievi.
Questi risultati sono in accordo con il follow-up a lungo termine dello studio PRISMS, che ha dimostrato che i pazienti che utilizzano Interferone beta-1a a dosaggi e a frequenza elevata fin dall’inizio della terapia raggiungono i migliori risultati in termini di progressione della malattia nel periodo di otto anni. ( Xagena2004 )
Fonte : ECTRIMS, 2004
Neuro2004 Farma2004