Nella sclerosi multipla le nuove strategie di trattamento modificanti la malattia permettono il trattamento personalizzato.
In uno studio di fase II multicentrico, in aperto, sono state valutate le misure di esito, riferite dai pazienti, prima e dopo il passaggio dai trattamenti per via iniettiva di prima linea a Rituximab ( MabThera ), un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio la proteina CD20 sulle cellule B.
Un totale di 75 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, clinicamente stabile, che avevano ricevuto trattamento di prima linea per via iniettiva presso tre Centri svedesi, è passato alla terapia con Rituximab.
La valutazione della soddisfazione per il trattamento, dell’impatto percepito dal paziente della malattia sulla vita quotidiana, dell’affaticamento, dei sintomi cognitivi e della progressione della malattia è stata effettuata 3 mesi prima e al momento del passaggio alla terapia con Rituximab, e in seguito dopo 2 anni.
Il punteggio complessivo di soddisfazione per il trattamento è migliorato in modo significativo di una media di 4.8 ( intervallo: 1-7 ), mentre, rispetto alle terapie iniettabili, di una media di 6.3 dopo 1 anno di trattamento con Rituximab ( P inferiore a 0.001 ).
Dopo 2 anni, il miglioramento era ancora presente.
Non c'è stato nessun cambiamento significativo nei punteggi riguardo all'impatto percepito dal paziente sulla malattia, stanchezza o progressione della malattia.
In conclusione, un cambiamento nella terapia per via iniettiva di prima linea a Rituximab in una coorte di pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, clinicamente stabile, è stata seguita da una migliore soddisfazione per il trattamento.
Questo è clinicamente rilevante in quanto può influenzare l’aderenza alla terapia a lungo termine rispetto agli immunomodulanti. ( Xagena2016 )
de Flon P et al, Mult Scler 2016; Epub ahead of print
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