I linfociti B sono implicati nella patogenesi della sclerosi multipla.
È stato condotto uno studio per valutare l’efficacia e la sicurezza di due dosi di trattamento dell’anticorpo monoclonale umanizzato anti-CD20 Ocrelizumab in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente.
Lo studio multicentrico, randomizzato, in parallelo, in doppio cieco, placebo-controllato, ha coinvolto 79 Centri in 20 Paesi.
Pazienti di età compresa tra 18 e 55 anni con sclerosi multipla recidivante-remittente sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1:1:1 a ricevere placebo, bassa-dose ( 600 mg ) o alta dose ( 2000 mg ) di Ocrelizumab in 2 dosi ai giorni 1 e 15 o somministrazione intramuscolare di Interferone beta-1a ( 30 microg; Avonex ) una volta a settimana.
Alla settimana 24, pazienti nei gruppi iniziali placebo, 600 mg di Ocrelizumab e Interferone beta-1a, hanno ricevuto Ocrelizumab 600 mg; il gruppo 2000 mg ha ricevuto 1000 mg.
L’endpoint primario era il numero totale di lesioni captanti Gadolinio e la risonanza magnetica pesata in T1 alle settimane 12, 16, 20 e 24.
Le analisi sono state effettuate su una base intention-to-treat.
In totale, 218 ( 99% ) dei 220 pazienti randomizzati hanno ricevuto almeno una dose di Ocrelizumab, 204 ( 93% ) hanno completato le 24 settimane di studio e 196 ( 89% ) hanno completato le 48 settimane.
Nella popolazione intention-to-treat di 218 pazienti, alla settimana 24, il numero di lesioni captanti Gadolinio è stato pari all’89% ( p inferiore a 0.0001 ) più basso nel gruppo 600 mg di Ocrelizumab che nel gruppo placebo e 96% ( p inferiore a 0.0001 ) più basso nel gruppo 2000 mg.
Nelle analisi esplorative, sia il gruppo 600 mg sia quello 2000 mg di Ocrelizumab sono risultati migliori del gruppo Interferone beta-1a per la riduzione delle lesioni captanti Gadolinio.
Sono stati osservati gravi eventi avversi in 2 su 54 ( 4% ) pazienti nel gruppo placebo, 1 su 55 ( 2% ) nel gruppo 600 mg Ocrelizumab, 3 su 55 ( 5% ) nel gruppo 2000 mg e 2 su 54 ( 4% ) nel gruppo Interferone beta-1a.
In conclusione, gli effetti pronunciati, e di simile intensità, della deplezione delle cellule B con entrambe le dosi di Ocrelizumab alla risonanza magnetica e gli esiti correlati a recidiva sono a sostegno di un ruolo per le cellule B nella patogenesi della sclerosi multipla recidivante-remittente. ( Xagena2011 )
Kappos L et al, Lancet 2011; 378: 1779-1787
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