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La vitamina D interagisce con una variante genetica coinvolta nella sclerosi multipla


Nella sclerosi multipla, la variazione allelica nella regione MHC ( complesso maggiore di istocompatibilità ) classe II esercita il più forte, singolo, effetto sul rischio genetico.
Inoltre, c’è una crescente evidenza riguardo al fatto che la luce solare, o la vitamina D, rappresenti un fattore ambientale chiave nell’eziologia di questa malattia.

Ricercatori dell’University of Oxford in Gran Bretagna hanno ipotizzato che il fattore ambientale possa interagire con fattori ereditari.

L’analisi di sequenza ha localizzato un singolo elemento di risposta alla vitamina D ( VDRE ) nella regione promoter di HLA-DRB1.
Il sequenziamento di questo promoter in più di mille cromosomi di omozigoti HLA-DRB1 ha mostrato un’assoluta conservazione di questo VDRE putativo sugli aplotipi HLA-DRB1*15.

Al contrario c’era una marcata variazione tra gli aplotipi non-associati alla sclerosi multipla.

Esperimenti in vitro hanno mostrato che la vitamina D aumenta l’espressione di HLA-DRB1 sulla superficie cellulare del 30% nelle cellule con gli alleli *1501, ma non in cellule con altre varianti del locus.

Queste scoperte indicano l’esistenza di un meccanismo che lega la vitamina D a questa malattia autoimmune.

Nel caso in cui una persona con gli alleli HLA-DRB*1501 presenti una deficienza di vitamina D, l’espressione sulla superficie cellulare di HLA-DRB1 nel timo potrebbe essere bassa.
Come conseguenza, alcune cellule T autoreattive potrebbero sfuggire al processo di delezione, aumentando il rischio di successivo sviluppo di malattia autoimmune. ( Xagena2009 )

Fonte: PLoS Genetics, 2009


Neuro2009


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