Fingolimod ( Gilenya ), un modulatore del recettore della sfingosina-1-fosfato che previene la fuoriuscita dei linfociti dai linfonodi, ha mostrato efficacia clinica e ha prodotto un miglioramento negli esami per immagine in uno studio di fase 2, condotto su pazienti con sclerosi multipla.
Allo studio TRANSFORMS della durata di 12 mesi, in doppio cieco, hanno preso parte 1.292 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente e con una storia recente di almeno una recidiva.
I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere Fingolimod per via orale alla dose giornaliera di 1.25 o 0.5 mg o Interferone beta-1a ( Avonex ) per via intramuscolare alla dose settimanale di 30 microgrammi.
L’endpoint primario era il tasso annualizzato di recidiva; i principali endpoint secondari erano il numero di nuove o più grandi lesioni alla risonanza magnetica con immagini pesate in T2 a 12 mesi e la progressione della disabilità mantenuta per almeno 3 mesi.
In totale, 1.153 pazienti ( 89% ) hanno completato lo studio.
Il tasso annualizzato di recidiva è risultato significativamente più basso in entrambi i gruppi trattati con Fingolimod [ 0.20 nel gruppo 1.25 mg e 0.16 in quello 0.5 mg ], rispetto al gruppo Interferone ( 0.33; P minore di 0.001 per entrambi i confronti ).
I dati ottenuti con risonanza magnetica per immagine sono a sostegno dei risultati primari.
Non sono state osservate differenze significative tra i gruppi riguardo alla progressione della malattia.
Due infezioni a esito fatale si sono verificate nel gruppo trattato con 1.25 mg di Fingolimod: zoster disseminato ed encefalite da herpes simplex.
Altri eventi avversi tra i pazienti trattati con Fingolimod sono stati: infezioni non-fatali da herpes virus, bradicardia e blocco atrioventricolare, ipertensione, edema maculare, tumore cutaneo e innalzamento dei livelli di enzimi epatici.
In conclusione, lo studio ha mostrato la maggiore efficacia di Fingolimod per via orale, rispetto a Interferone beta-1a per via intramuscolare, riguardo ai tassi di recidiva e gli esiti di risonanza magnetica in pazienti con sclerosi multipla.
Sono, tuttavia, necessari studi prolungati nel tempo per valutare la sicurezza e l’efficacia del trattamento oltre l’anno. ( Xagena2010 )
Cohen JA et al, N Engl J Med 2010; 362: 402-415
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