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Effetto della somministrazione orale di Cladribina sul tempo alla conversione a sclerosi multipla clinicamente definita in pazienti con un primo evento demielinizzante


I pazienti che sviluppano sclerosi multipla recidivante-remittente presentano un primo evento demielinizzante.

È stato condotto uno studio, ORACLE MS,in doppio cieco, multicentrico, randomizzato e di fase 3 per valutare l’effetto della somministrazione orale di Cladribina sulla conversione a sclerosi multipla clinicamente definita in pazienti con un primo evento clinico demielinizzante, alle stesse dosi dimostratesi efficaci nella malattia recidivante-remittente.

Nel periodo 2008-2010, sono stati reclutati pazienti di età compresa tra 18 e 55 anni, da 160 ospedali, cliniche private o centri di trattamento in 34 Paesi.

I pazienti idonei all’arruolamento avevano avuto un primo evento demielinizzante entro 75 giorni prima dello screening, almeno 2 lesioni clinicamente silenti di almeno 3 mm nella scansione risonanza magnetica cerebrale pesata in T2 e un punteggio alla scala EDSS ( Expanded Disability Status Scale ) uguale o inferiore a 5.0.

I pazienti con un primo evento clinico demielinizzante entro 75 giorni prima dello screening sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1:1 a ricevere compresse di Cladribina alle dosi cumulative di 5.25 mg/kg o 3.5 mg/kg oppure placebo.

L’endpoint primario di questo studio di 96 settimane era il tempo alla conversione a sclerosi multipla clinicamente definita in base ai criteri di Poser.

Dei 903 partecipanti valutati per idoneità all’arruolamento, 616 pazienti hanno ricevuto Cladribina 5.25 mg/kg ( n=204 ), Cladribina 3.5 mg/kg ( n=206 ) o placebo ( n=206 ).

Al termine dello studio, a ottobre 2011, Cladribina è risultata associata a una riduzione del rischio rispetto a placebo per quanto riguarda il tempo alla conversione a sclerosi multipla clinicamente definita ( hazard ratio [ HR ] per 5.25 mg/kg=0.38, p inferiore a 0.0001; HR per 3.5 mg/kg=0.33, p inferiore a 0.0001 ).

Eventi avversi sono stati riportati in 165 ( 81% ) pazienti nel gruppo Cladribina 5.25 mg/kg, 168 ( 82% ) nel gruppo Cladribina 3.5 mg/kg e 162 ( 79% ) nel gruppo placebo.

Non è stato notato un aumento del rischio di eventi avversi con trattamento attivo versus placebo ad eccezione della linfopenia, risultata evento avverso grave in 10 ( 5% ) pazienti nel gruppo 5.25 mg/kg e 4 ( 2% ) pazienti nel gruppo 3.5 mg/kg.

In conclusione, entrambe le dosi di Cladribina hanno ritardato significativamente la diagnosi di sclerosi multipla rispetto a placebo.
Il profilo di sicurezza di Cladribina è risultato simile a quello notato in uno studio condotto su pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente.
Ulteriori studi possono chiarire gli effetti potenziali del trattamento orale con Cladribina nelle fasi iniziali della sclerosi multipla. ( Xagena2014 )

Leist TP et al, Lancet Neurol 2014; 13: 257-267

Neuro2014 Farma2014


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