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Daclizumab HYP vs interferone beta-1a nella sclerosi multipla recidivante


Daclizumab HYP ( Daclizumab high-yeld process; Zinbryta ) è un anticorpo monoclonale umanizzato che si lega a CD25 ( subunità alfa del recettore dell'interleuchina-2 ) e modula il segnalamento della interleuchina-2 ( IL-2 ).
Anomalie nel segnalamento della interleuchina-2 sono state implicate nella patogenesi della sclerosi multipla e di altre malattie autoimmuni.

È stato condotto uno studio randomizzato, in doppio cieco, con controllo attivo, di fase 3, che ha coinvolto 1.841 pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente per confrontare Daclizumab HYP, somministrato per via sottocutanea alla dose di 150 mg ogni 4 settimane, con Interferone beta-1a, somministrato per via intramuscolare alla dose di 30 mg una volta alla settimana, per un massimo di 144 settimane.

L'end point primario era il tasso di recidiva annualizzato.

Il tasso di recidiva annualizzato è stato inferiore con Daclizumab HYP rispetto a Interferone beta-1a ( 0.22 vs 0.39; tasso inferiore del 45% con Daclizumab HYP; P minore di 0.001 ).

Il numero di lesioni iperintense alla risonanza magnetica per immagini ( MRI ) pesata in T2 nuove o allargate di recente per un periodo di 96 settimane è stato inferiore con Daclizumab HYP rispetto a Interferone beta-1a ( 4.3 vs 9.4; numero di lesioni inferiore del 54% con Daclizumab HYP; P minore di 0.001 ).

Alla settimana 144, l'incidenza stimata di progressione della disabilità confermata a 12 settimane è stata del 16% con Daclizumab HYP e del 20% con Interferone beta-1a ( P=0.16 ).

Gli eventi avversi gravi, ad esclusione di recidive di sclerosi multipla, sono stati riportati nel 15% dei pazienti nel gruppo Daclizumab HYP e nel 10% di quelli nel gruppo Interferone beta-1a.

Le infezioni sono state più comuni nel gruppo Daclizumab HYP rispetto al gruppo Interferone beta-1a ( nel 65% vs 57% dei pazienti, includendo gravi infezioni nel 4% vs 2% ), così come lo sono stati gli eventi cutanei come eruzioni cutanee o eczemi ( 37% vs 19%, includendo gravi eventi in 2% vs meno di 1% ) e l’aumento dei livelli di aminotransferasi epatica che sono raggiunto più di 5 volte il limite superiore del range di normalità ( 6% vs 3% ).

In conclusione, tra i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, Daclizumab HYP ha dimostrato una efficacia superiore a quella di Interferone beta-1a per quanto riguarda il tasso di recidive annualizzato e le lesioni, valutato mediante risonanza magnetica, ma non è stato associato a un rischio significativamente più basso di progressione della disabilità confermato a 12 settimane.
I tassi di infezione, eruzioni cutanee, e anomalie sui test di funzione epatica sono stati più alti con Daclizumab HYP che con Interferone beta-1a. ( Xagena2015 )

Kappos L et al, N Engl J Med 2015; 373: 1418-1428

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