In uno studio di 12 mesi di fase 3 condotto in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, TRANSFORMS, Fingolimod ( Gilenya ) ha mostrato efficacia maggiore sui tassi di recidiva e sugli esiti di risonanza magnetica rispetto a Interferone beta-1a ( Avonex ).
È stata condotta un’estensione dello studio con due obiettivi: confrontare l’anno 2 con l’anno 1 nei pazienti che avevano fatto il cambio di farmaco per valutare l’effetto del cambiamento da Interferone beta-1a a Fingolimod, e confrontare i gruppi di trattamento, come originariamente randomizzati, nell’arco di 24 mesi per valutare l’efficacia dell’inizio ritardato del trattamento con Fingolimod.
I pazienti che erano stati assegnati in maniera casuale a ricevere 0.5 mg o 1.25 mg al giorno di Fingolimod per via orale nello studio iniziale hanno continuato con lo stesso trattamento nell’estensione; i pazienti che originariamente avevano ricevuto 30 microg a settimana di Interferone beta-1a per via intramuscolare sono stati assegnati in maniera casuale e in rapporto 1:1 a ricevere 0.5 mg o 1.25 mg di Fingolimod.
Gli endpoint di efficacia erano i tassi annualizzati di recidiva, la progressione della disabilità e gli esiti di risonanza magnetica.
In totale, 1027 pazienti sono stati coinvolti nell’estensione dello studio e hanno ricevuto il farmaco in studio e 882 hanno completato i 24 mesi di trattamento.
I pazienti che hanno ricevuto trattamento continuo con Fingolimod hanno mostrato benefici persistenti nei tassi annualizzati di recidiva ( 0.5 mg Fingolimod, 0.12 nei mesi 0-12 vs 0.11 nei mesi 13-24; 1.25 mg Fingolimod, 0.15 vs 0.11 ); tuttavia nei pazienti che hanno inizialmente ricevuto Interferone beta-1a, i tassi annualizzati di recidiva sono risultati più bassi dopo il passaggio a Fingolimod rispetto a quelli dei 12 mesi precedenti ( da Interferone beta-1a a 0.5 mg Fingolimod, 0.31 nei mesi 0-12 vs 0.22 nei mesi 13-24, p=0.049; Interferone beta-1a a 1.25 mg Fingolimod, 0.29 vs 0.18, p=0.024 ).
Dopo passaggio a Fingolimod, il numero di lesioni nuove o di nuovo ingrandimento pesate in T2 e captanti il Gadolinio pesate in T1 sono risultate significativamente ridotte rispetto ai 12 mesi precedenti di terapia con Interferone beta-1a ( p inferiore a 0.0001 per lesioni in T2 con entrambe le dosi; p=0.002 per lesioni in T1 a 0.5 mg; p=0.011 per lesioni in T1 a 1.25 mg ) e i pattern di eventi avversi si sono spostati verso quelli tipici per Fingolimod.
Ai 24 mesi, nei gruppi con trattamento continuo con Fingolimod rispetto a quelli che hanno effettuato il passaggio da Interferone beta-1a a Fingolimod, sono stati registrati tassi annualizzati di recidiva più bassi ( 0.18 per 0.5 mg; 0.20 per 1.25 mg; 0.33 per il gruppo con passaggio; p inferiore a 0.0001 per entrambi i confronti ), meno lesioni pesate in T2 nuove o di nuovo ingrandimento ( p=0.035 per 0.5 mg, p=0.068 per 1.25 mg ) e meno pazienti con lesioni pesate in T1 captanti il Gadolinio ( p=0.001 per 0.5 mg di Fingolimod vs gruppo passaggio; p=0.002 per 1.25 mg di Fingolimod vs gruppo passaggio ).
Non è stato osservato alcun beneficio nella progressione della disabilità.
In conclusione, il passaggio da Interferone beta-1a a Fingolimod ha portato a un aumento di efficacia senza problemi inattesi di sicurezza.
Rispetto ai pazienti passati da Interferone beta-1a a Fingolimod, il trattamento continuo con Fingolimod per 2 anni ha fornito un effetto terapeutico sostenuto con miglioramento degli esiti clinici e di risonanza magnetica. ( Xagena2011 )
Khatri B et al, Lancet Neurol 2011; 10: 520-529
Neuro2011 Farma2011