Ricercatori della University at Buffalo ( New York; Stati Uniti ) hanno raccolto un crescente numero di prove che collegano i cambiamenti nella regione talamica del cervello alla sclerosi multipla.
Negli ultimi tre anni, sono stati presentati studi che hanno mostrato che la materia grigia del cervello, che comprende il talamo, riflette importanti cambiamenti nella malattia. Evidenziate attraverso la risonanza magnetica per immagini ( MRI ), tali cambiamenti potrebbero permettere ai medici di diagnosticare precocemente la sclerosi multipla e di monitorare e prevedere meglio la progressione della malattia.
Negli studi recenti, sono state utilizzate grandi quantità di dati per indagare l'evoluzione della atrofia del talamo e la sua associazione con il deterioramento clinico nella sclerosi multipla, a partire dalle prime fasi della malattia.
Due studi sono stati presentati al meeting della American Academy of Neurology nel marzo 2013.
Le indagini dei ricercatori segnano un allontanamento dalla visione tradizionale. La sclerosi multipla è stata percepita principalmente come una malattia della materia bianca del cervello, in cui la mielina, il materiale lipidico che circonda i neuroni e che permette loro di segnalare in modo efficace, viene gradualmente distrutta.
Il talamo, tuttavia, sta fornendo nuove prospettive per lo studio della sclerosi multipla; la sua posizione, la sua funzione unica e la vulnerabilità ai cambiamenti portati dalla malattia lo rendono un barometro critico del danno che la sclerosi multipla provoca al cervello.
Il talamo svolge un ruolo chiave in una varietà di funzioni neurologiche, tra cui la funzione motoria e sensoriale, la regolazione del sonno e della veglia, la memoria, le emozioni, la coscienza, la consapevolezza e l'attenzione. Funziona come una sorta di centro di trasmissione nel cervello, captando informazioni sensoriali e inviando impulsi alla corteccia cerebrale, ma elabora anche informazioni provenienti dalla corteccia.
Nello studio Thalamic Atrophy is Associated with Development of Clinically Definite Multiple Sclerosis, i ricercatori hanno dimostrato che l'atrofia del talamo può aiutare a identificare quali pazienti con un primo episodio di sclerosi multipla, nota come sindrome clinicamente isolata, sono a rischio di sviluppare sclerosi multipla clinicamente definita.
Sulla base di questi risultati, si ritiene che la risonanza magnetica dovrebbe essere utilizzata per determinare quali pazienti sono a più alto rischio di un secondo attacco; tale strumento potrebbe essere estremamente utile per i medici.
Lo studio Clinical Significance of Atrophy and White Matter Mean Diffusivity within the Thalamus of Multiple Sclerosis Patients, che ha coinvolto 81 pazienti affetti da sclerosi multipla, è stato il primo ad esaminare l'evoluzione della atrofia del talamo nell’arco di 10 anni. Questo studio ha dimostrato che l'atrofia della corteccia e della materia grigia profonda sottocorticale, compreso il talamo, era significativamente correlata alla diminuzione delle capacità cognitive dei pazienti.
La disfunzione cognitiva appare precocemente nel corso della sclerosi multipla e l'atrofia del talamo svolge un ruolo centrale nel predire il deterioramento cognitivo a lungo termine. È stato dimostrato che la perdita di volume talamico e dell’integrità del suo tessuto può anche predire deterioramento cognitivo nei pazienti con sclerosi multipla.
Nel primo studio prospettico longitudinale nel suo genere, sono state trovate associazioni tra atrofia della sostanza grigia e progressione della disabilità fisica nei pazienti con sclerosi multipla di tipo recidivante-remittente, la forma più comune e invalidante della sclerosi multipla.
Lo studio di 5 anni ha coinvolto 180 pazienti e ha esaminato il ruolo del talamo come biomarcatore per la valutazione di nuove terapie. Lo studio ha mostrato la progressiva patologia del talamo in tutti i diversi tipi di sclerosi multipla, anche in pazienti con sclerosi multipla pediatrica. Pertanto, la misura di atrofia del talamo può diventare un esito di risonanza magnetica ideale per la sperimentazione clinica nella sclerosi multipla.
In un altro studio si è rilevato che il danno della materia grigia può essere diagnosticato precocemente nella sclerosi multipla ed è associato a una vasta gamma di sintomi, dal declino cognitivo e dai deficit motori all’affaticamento e al dolore cronico.
Questi risultati offrono una ulteriore prova di uno strumento potenzialmente utile per valutare nuovi trattamenti, oltre a rilevare, valutare e predire il decorso della sclerosi multipla. L’atrofia nei pazienti con sclerosi multipla si verifica nel talamo più rapidamente che in altre strutture del cervello. È anche meno influenzata dalle variazioni di liquidi nel cervello, un effetto dei farmaci anti-infiammatori utilizzati nella sclerosi multipla. ( Xagena2013 )
Fonte: University at Buffalo, 2013
Neuro2013